“Ten”
ci tratteggia la cifra stilistica della band in tutta la sua semplice purezza,
dall’altra ci mostra un approccio forse troppo pulito, curato, rifinito che
verrà aggiustato nei successivi due lavori, a discapito di alcuni episodi
spontanei e fuori dagli schemi, come potevano essere “Oceans”, “Release”
ma anche la stessa “Black”, che ebbero poco da spartire con le varie “In
Bloom” e “Lithium”, ben più focalizzate sull’obbiettivo, ma anche
meno uniche e peculiari. Il bello dei primi Pearl Jam è proprio questa spontaneità
genuina, che li rende forse più dispersivi e vaghi rispetto ai successivi
capolavori, ma anche molto interessanti ed imprevedibili.