Always On My Mind - Elvis Presley video con testo e traduzione in Italiano simultanea




La vita e la storia artistica e discografica del re del R'n'R è un film in quattro tempi: dalle braccia della mamma a quelle di Sam Phillips, alla Sun Records (1935-1955), dal primo periodo RCA al ritorno dal servizio militare (1955-1960), dalla seconda fase RCA ai concerti dal vivo a Memphis e Las Vegas (1961-1969), dal rientro definitivo On Stage alla morte (1970-1977). Nei primi due Elvis Aaron Presley è stato sicuramente il più grande di tutti, nel terzo lo è stato a momenti, nel quarto è stato l'ombra di se stesso. Primo tempo. «Se riuscissi a trovare un bianco che canta come un negro....», la storica frase pronunciata da Sam Phillips poco prima di incontrare sulla sua strada il giovane Elvis, rende perfettamente l'idea di quanto il R'n'R sia stato rivoluzionario e di quanto abbia influito sulla musica popolare del XX secolo, travolgendola. È vero, Elvis ha scritto poco o niente per il R'n'R, non è stato né un Chuck Berry, né un Little Richard, né un Buddy Holly, né un Eddie Cochran ma, per un'alchimia misteriosa e fantastica,  è stato lui che lo ha reso famoso in tutti gli angoli della terra. A Tupelo, Mississippi, suo fratello gemello, Jesse Garon, nasce già morto e il piccolo Elvis viene cresciuto come l'unico bene prezioso dalla giovanissima mamma Gladys (17 anni) e da papà Vernon (19 anni). I Presley sono poverissimi, lavorano nei campi e spesso ricorrono all'aiuto dei parenti, e anche Elvis, appena è in grado, si ingegna a fare dei lavoretti. Il tempo libero lo passa un po' in chiesa a cantare, un po' con la sua prima chitarra a strimpellare senza troppa convinzione (non sarà mai un gran chitarrista). Nel '48 la famiglia si trasferisce a Memphis in cerca di lavoro, Elvis frequenta l'High School ma, appena terminata, nel '53, trova un impiego da camionista. La passione per il canto lo porta a registrare a pagamento un paio di canzoni nell'unico studio di Memphis in grado di produrre un disco, la Sun Records: il primo acetato che accoglie la voce di Elvis contiene da un lato My Happiness, dall'altro That's When Your Heartaches Begin  Passa circa un anno da quel giorno quando dopo vicissitudini varie, per volere di Sam Phillips, Elvis si ritrova a provare una manciata di brani col supporto di due esperti musicisti, il chitarrista Scotty Moore e il bassista Bill Black. Dalla storica session notturna del 5 luglio del '54, Phillips sceglie di mettere su 78 giri That'All Right Mama, un Blues di Arthur Crudup che profuma di Country e Blue Moon Of Kentucky, un Country che profuma di Blues: anche se neppure Phillips se ne accorge, la miscela esplosiva è pronta, non è ancora nitroglicerina ma ci manca veramente poco. Ci pensa un DJ di Memphis a lanciare l'acetato che, diventato disco, vende in breve 20.000 copie. Il periodo alla Sun è anche quello dedicato ai concerti, più di 200 in due anni, e a sporadiche partecipazioni nelle stazioni radio del Sud degli USA. I brani incisi fra il '54 e il '55 tendono sempre più verso il R'n'R, sempre meno verso il Country: Good Rockin' Tonight, Milcow Blues Boogie, Baby Let's Play House, I'm Left, You're Right, She's Gone denotano chiaramente da che parte ha voglia di stare Elvis, ma manca ancora qualcosa di definitivo. Secondo tempo. Solo quando il colonnello Tom Parker riesce a portar via Elvis dalla Sun e a “piazzarlo” alla RCA per 40.000 dollari, il motore ancora in rodaggio dimostra appieno tutta la sua potenza. Heartbreak Hotel fra maggio e giugno del '56 è per otto settimane al primo posto in classifica. In sala a registrare con Elvis adesso ci sono spesso anche D.J. Fontana alla batteria, Floyd Cramer al piano, Chet Atkins alla chitarra, Boots Randolph al sassofono e i Jordanaires ai cori, come dire il meglio che passa il convento a Nashville: da quel momento il ragazzo dinoccolato, un po' sbruffone, col ciuffo e le basette esagerate diventa The King