8 Gennaio 1947 - Compleanno di David Bowie

David Bowie nasce l'8 gennaio del 1947 con il nome di David Robert Jones da una famiglia proletaria, nell'area di Brixton, Londra. Fan di Little Richard, dell'R&B e del jazz, comincia a suonare all'età di 12 anni, quando i suoi genitori gli regalano un sassofono. Fa parte di una serie di gruppi durante le scuole superiori, ma non comincia seriamente la carriera di musicista fino all'inizio del '60, dopo aver concluso le scuole tecniche con una laurea in arte. Nel 1963 Jones forma il suo primo gruppo serio, Dave Jones And The King Bees, ma il loro primo e unico singolo non si fa notare granché. Così si sposta velocemente nei Manish Boys, che ottengono attenzione per gli inusuali capelli lunghi di Jones, ma ancora il gruppo non riscuote successo commerciale.
Alla fine del 1965 David Jones adotta lo pseudonimo David Bowie per evitare di essere confuso con la star londinese di teatro Davy Jones, che più tardi diventerà un cantante per la TV-band Monkees. Il neo battezzato Bowie entra a far parte dei Lower Third, gruppo R&B/rock influenzato dagli Who che si scioglie dopo il primo singolo. Bowie poi, alla fine del 1966, suona nella band postmoderna dei Buzz.

L'ASTRONAUTA
A questo punto è abbastanza noto come artista e autore nella scena musicale di Londra e gli viene offerto un contratto da solista con la Deram Records. Pubblica un album omonimo influenzato dal folk nel 1967 e ottiene il suo primo successo quando apre il concerto della band di Marc Bolan, i T.Rex (che condividono con Bowie il produttore Tony Visconti).
Entra per la prima volta nella Top 10 UK nel 1969 con "Space Oddity", la saga dell'astronauta abbandonato, ispirata al film "2001- Odissea Nello Spazio". In occasione dell'allunaggio americano, la Mercury Records firma con Bowie al fine di ri-registrare il brano per la pubblicazione negli USA, lanciando la sua carriera in Nord America. Lavorando con Tony Visconti al basso e Mick Ronson alla chitarra, Bowie pubblica nel 1970 il suo primo album da solista ufficiale, "Man Of Words, Man Of Music", un lavoro vagamente psichedelico che viene ripubblicato nel 1972 come "Space Oddity", di modo da creare un collegamento al ben più commerciabile singolo. Nel frattempo l'artista si sposa con Angela Barnett e un anno dopo nasce Zowie.
Nella sua successiva uscita, "The Man Who Sold The World" (1971), Bowie esprime tutto il suo stile, ma le chitarre proto-glam e i testi over-the-top dell'album non hanno molto successo, spingendo così la Mercury a rompere il contratto.

ZIGGY STARDUST
La RCA Records, vedendo in Bowie una potenziale star, si assicura le prestazioni del 24enne e pubblica l'album "Hunky Dory" nel 1972. Il disco include un sound più vellutato, che deve molto ai T.Rex, e testi ispirati ai momenti selvaggi vissuti da Bowie nella scena artistica underground di New York, dove frequenta Andy Warhol, Lou Reed e altri personaggi culto. Grazie al successo nella Top 10 americana e inglese di "Changes", David diventa una star internazionale, famoso per i vestiti eccentrici e gli occhi di colore diverso (risultato di una rissa scolastica che gli costa il perenne allargamento della pupilla), come per il suo sound teatrale.
Capitalizzando la sua improvvisa celebrità, Bowie consacra la sua fama nel 1972 con "The Rise And Fall Of Ziggy Stardust And The Spiders From Mars", un'idea di sci-fi album che riguarda una band proveniente dallo spazio cosmico. Supportato dagli Spiders From Mars – Ronson, il bassista Trevor Bolder e il batterista Woody Woodmansey – Bowie, nei panni di Ziggy, lancia un tour mondiale che diviene immediatamente leggendario, pieno di costumi stravaganti e ambientazioni esotiche.
Il tour spinge "Ziggy Stardust", considerato dai critici come uno dei migliori e più autorevoli album del decennio, in vetta alle classifiche; il brano che dà il nome al disco diventa una hit internazionale, mentre "John, I'm Only Dancing" raggiunge il primo posto della classifica UK, ma non viene distribuito come singolo negli Stati Uniti a causa del testo troppo spinto. Per coronare il suo anno più fecondo, Bowie produce "Transformer" di Lou Reed, nonché "All The Young Dudes" di Mott The Hoople, e scrive inoltre il brano con cui si intitola l’album. Come se non bastasse, scandalizza la stampa internazionaledichiarando di essere gay (a dire il vero Bowie è bisessuale), divenendo la prima importante rockstar a parlare apertamente della sua omosessualità.

DA ZIGGY ALL'UOMO CANE
Nel 1973 Bowie partorisce un nuovo lavoro, il provocatorio "Aladdin Sane", per poi intraprendere nuovamente il tour come Ziggy Stardust. Durante il concerto tenuto a Londra nel luglio del 1973, Bowie lascia di stucco i suoi fans – e la sua stessa band – annunciando di punto in bianco che "questo non solo è l'ultimo spettacolo del tour, ma è anche l'ultimo che farò nella mia vita": Ziggy Stardust And The Spiders From Mars non esistono più.
Più tardi in quello stesso anno, il poliedrico cantante dà vita a "Pin Ups", una raccolta di english-cover della metà degli anni '60, come tributo alla sua aspirazione a diventare musicista di Londra. Dopo aver remixato il classico di Iggy Pop "Raw Power", Bowie ritorna al suo lavoro, reclutando una nuova band di supporto per "Diamond Dogs" del 1974. L'album fornisce una controversa visione di David, metà uomo e metà cane, e presenta un presagio del futuro oscuro e teatrale, vagamente ispirato a 1984 di Orwell. Grazie alla radio hit "Rebel Rebel", "Diamond Dogs" raggiunge il 5° posto negli Stati Uniti.
Bowie allestisce un tour imponente, perfino più elaborato di quello dei tempi di Ziggy Stardust; tuttavia, a causa delle enormi spese di produzione, l'iniziativa comporta un bilancio negativo, nonostante ogni sera si registri il tutto esaurito (uno scenario simile al The Wall Tour dei Pink Floyd). Per ricordare lo spettacolo, Bowie registra il doppio album "David Live" dal concerto di Philadelphia.
Sebbene da alcuni passi di "Diamond Dogs" emerge come Bowie si sia lasciato influenzare dal soul americano, si tratta di un'imitazione continentale di quel genere, denominato 'plastic soul', che identifica la gioventù americana del 1975. Lo straordinario singolo "Fame", un estemporaneo duetto con John Lennon, è la prima (e unica) hit di Bowie a giungere in vetta alla classifica statunitense. Poco dopo l'uscita di "Young Americans", Bowie recita nel science-fiction "The Man Who Fell To Earth", rievocando l'epoca del suo personaggio Ziggy Stardust, in ossequio alla sua passione per lo spazio cosmico.

IL DUCA BIANCO
Nel 1976 si registra l’ennesimo cambio di immagine di Bowie, che si abbiglia da persona per bene e annuncia la sua ammirazione per Hitler e Nietzsche. Nei panni dell'elegante seppur stupefacente 'Thin White Duke', Bowie pubblica nel 1976 l’oscuro "Station To Station", che piazza il singolo "Golden Years" nella Top 10 e viene supportato da un tour mondiale basato sull'originale tema del teatro tedesco degli anni '30. Un'ulteriore evoluzione della sua passione per la Germania porta l'artista a trasferirsi a Neukoeln, un quartiere di Berlino, dove inizia a collaborare con l'aspirante produttore Brian Eno, ex-tastierista dei Roxy Music.
Sotto la guida creativa di Eno – ora famoso per le sue inusuali tecniche di studio e l'innovativo stile di produzione – Bowie registra "Low" (1977), una miscela sperimentale di rock comune e musica ambient sintetizzata. Ampiamente apprezzato dalla critica, "Low" certamente precorre i tempi, disorientando il pubblico che si aspettava singoli pop disimpegnati.
Dopo aver aiutato Iggy Pop per il suo album "The Idiot", suonando anche il pianoforte durante il tour, Bowie torna a Berlino e registra nel 1978 "Heroes"con Eno e l'ex chitarrista dei King Crimson Robert Fripp. Dopo un'apparizione nel film "Just A Gigolo" e il tour mondiale di "Heroes" (immortalato nel live album "Stage", sempre del 1978), Bowie va in Svizzera. Il suo disco del 1979, "The Lodger", vede una riunione con Tony Visconti, che suona il basso in un brano, mentre "Scary Monsters" del 1980 include i singoli esplosivi "Fashion" e "Ashes To Ashes".

UNA NUOVA FASE
Agli inizi del 1980 David Bowie mette da parte i suoi personaggi per occuparsi della sua vita privata e di altri lavori artistici. Tornato alla recitazione, si guadagna critiche positive per il suo ruolo da protagonista nel film "The Elephant Man", partecipando anche al vampiresco "The Hunger" (in Italia "Miriam Si Sveglia A Mezzanotte", con Catherine Denevue). Dopo aver registrato il singolo "Under Pressure" con i Queen (famosissima anche per la linea di basso, usata per il sample di Vanilla Ice in "Ice Ice Baby"), Bowie annuncia di aver superato la fase delle droghe e l'omosessualità e abbandona la RCA per la EMI.
Ritorna con un grande successo nel 1983, realizzando l'album più commerciale della sua carriera, "Let's Dance": prodotto da Nile Rodgers degli Chic, il lavoro è pieno di funky, ritmi ballabili e sensibilità pop e contiene i singoli che lo faranno diventare davvero un prodotto di massa: "Modern Love", "China Girl", "Let's Dance" e "Cat People".
"Tonight" del 1984 continua sulla stessa onda e include la hit "Loving The Alien", mentre nella title-track risplende il duetto con Tina Turner. Nel 1985 raggiunge il culmine della popolarità con la partecipazione al Live Aid Festival, con un ruolo nel film fantasy "Labyrinth" e nel 1986 come attore e interprete della colonna sonora di "Absolute Beginners". Durante questo periodo registra una cover di Marvin Gaye, "Dancing In The Streets", insieme a Mick Jagger dei Rolling Stones.
Il lavoro del 1987, "Never Let Me Down Again", è meglio ricordato per l'epico tour di supporto, il Glass Spider Tour, durante il quale Peter Framptonpartecipa come seconda chitarra. Bowie realizza successivamente un greatest hits chiamato "Sound And Vision", a cui segue un altro tour mondiale, avvisando i suoi fan che sarebbe stato l'ultimo a contenere anche vecchie canzoni.
Il successo è strepitoso e aumenta le vendite dei dischi ri-registrati a dismisura. Per rompere completamente con il passato, Bowie forma i Tin Machinecon il chitarrista Reeves Gabrels degli American e i musicisti di Iggy Pop: Hunt Sales al basso e Tony Sales alla batteria. Il quartetto registra due album di rock alternativo, senza mai sfondare veramente. I Tin Machine si sciolgono nel 1992.

ELETTRONICI ANNI NOVANTA?
Bowie ricomincia la carriera solista nel 1993 con "Black Tie, White Noise", di nuovo sotto la produzione di Nile Rodgers. Con una vena jazz, l'eclettico disco include il pezzo strumentale "The Wedding", tributo alla nuova moglie, la supermodella Iman, così come una cover dei Cream, "I Feel Free", registrata con Mick Ronson. Il successo di "Black Tie, White Noise" coincide con l'uscita indipendente del primo cd-rom interattivo, "Jump".
Riunitosi al producer Brian Eno, Bowie guadagna critiche positive per il concept album del 1995, "Outside", disco molto industriale in cui ogni canzone è scritta dalla prospettiva di differenti outsider. Rimanendo in tema con l'album, Bowie inizia un tour americano con i Nine Inch Nails e un tour europeo con Morrissey.
Nel 1996 recita nei panni di Andy Warhol nel film "Basquiat" e nel luglio dello stesso anno viene omaggiato nella Rock And Roll Hall Of Fame. Nel 1997 Bowie ricompare con il brano su Internet "Telling Lies". L'intero album, "Earthling", esce poco dopo: si tratta di un disco che esprime in tutto la nuova passione del suo autore per l'elettronica. "Earthlings" riceve buone recensioni, dimostrando che anche dopo 30 anni di musica Bowie è un protagonista fondamentale della scena moderna. Nel 1999 esce "Hours…", ritorno alle sonorità più tipicamente bowiane, quelle degli anni '70. Di nuovo canzoni, ma con una vena psichedelica: la nuova elettronica è presto dimenticata.

L'ARTISTA PIÙ INFLUENTE DI TUTTI I TEMPI
L'inizio del nuovo millennio è dedicato al recupero di materiale 'antico' di inestimabile valore, che viene raccolto nei due CD (tre nella prima limited edition) di "Live At The Beeb: 1968-72", un vero e proprio tributo agli anni d'oro che, stando alla reazione di critica e pubblico, sembrano essere davvero graditissimi. Poi – ma non sorprende e non è la prima volta – David, praticamente, scompare dalle scene, anche se NME nel frattempo lo elegge artista più influente di tutti i tempi. Nasce la figlia Alexandra Zahra Jones e il Duca si dedica alle fatiche del mestiere di padre.
Ma il musicista, in realtà, non si ferma mai e il nuovo album, sviluppato lavorando ancora con Tony Visconti, lentamente prende forma. Vede la luce anche l'etichetta creata da Bowie in persona, la ISO Records, che si accorda con la Columbia per la distribuzione di un disco atteso spasmodicamente e sentito come cruciale.
Dopo un lungo lavoro nell'isolamento dello studio di registrazione, "Heathen" viene pubblicato nel 2002. Classe e mestiere, pop/rock e seduzioni elettroniche: il Duca è tornato con un album dalle venature quasi dark, eterogeneo e ispirato, morbido e moderno, siderale e (a tratti) ruffiano. Niente sperimentalismi esasperati, solo canzoni vere, capaci di unire il vintage dell'epoca d'oro bowiana all'estetica del nuovo millennio. Anche se forse non siamo di fronte al capolavoro che si sperava. Brillano le collaborazioni: da Pete Townshend, mitico chitarrista degli Who, che intaglia un assolo nel singolo "Slow Burn", a Dave Grohl dei Foo Fighters. E finalmente, per promuovere il disco, l'ex Ziggy Stardust ritorna a suonare anche in Italia per una data unica, il 15 luglio al Summer Festival di Lucca.
Sulla scia del riaccendersi della fiamma di passione per il grande artista, la EMI - sua etichetta storica - pubblica a fine anno un "Best Of" e, a inizio 2003, dà alle stampe il doppio CD e doppio DVD del leggendario show "Ziggy Stardust & the Spiders From Mars: the Motion Picture", quello in cui David uccise platealmente il suo alter-ego amante del make up pesante, dei vestiti luccicanti e dell'ambiguità sessuale.

LO SPETTACOLARE DAVID BOWIE
In agosto tocca alla ristampa in box extralusso (con 2 DC e un DVD) di "Black Tie White Noise", in occasione del decimo anniversario dell'uscita originale. Poi, Bowie torna a settembre con un nuovo LP dai toni decisamente rock, prodotto dall'immarcescibile Tony Visconti (con il cartellino timbrato anche dalla crew Matrix in una canzone).
E visto che le cose normali al Duca mai sono piaciute, decide di presentare "Reality" in anteprima trasmettendo uno show dal vivo in diretta via satellite, da una località segreta di Londra a 68 cinema selezionati di 22 paesi in tutto il mondo. A fine spettacolo, Bowie risponde addirittura alle domande della ristretta schiera di eletti che sono riusciti ad accaparrarsi un biglietto. Un evento multimediale sorprendente, senza precedenti nella storia della musica.
Dal digitale etereo alla concretezza del palco, Bowie parte con il Reality Tour 2003, che sbarca in Italia il 23 ottobre a Milano, e regala ai fan un'altra chicca: sui biglietti c'è un codice, che permette di seguire ogni concerto della star su Internet.
Il 12 marzo 2013, a dieci anni dalla pubblicazione del suo ultimo disco, Bowie torna con lì'album "The Next Day". La release è stata anticipata dal singolo "Where Are We Now?", scritto da Bowie e inciso a New York. La canzone è stata prodotta dal collaboratore storico dell'artista inglese, Tony Visconti, ed è stata accompagnata da un affascinante video diretto da Tony Oursler, che ricorda il periodo berlinese di Bowie.